Assumere comportamenti violenti e prevaricatori in ambito familiare può costituire reato.
L’articolo 572 del codice penale punisce, infatti, chiunque maltratti una persona della famiglia o comunque convivente, o una persona sottoposta alla sua autorità o a lui affidata per ragioni di educazione, istruzione, cura, vigilanza o custodia, o per l’esercizio di una professione o di un’arte.
E’ necessario, quindi, comprendere a quali comportamenti la suddetta norma faccia riferimento.
Sul punto, la Corte di Cassazione e la dottrina hanno fornito plurime indicazioni.
Ad esempio, possono essere considerati alla stregua di veri e propri maltrattamenti le minacce, le percosse, le privazioni di vario genere, nonché, in generale, tutte quelle condotte – attive od omissive – idonee a provocare sofferenza, prostrazione e avvilimento.
Vi sono state ipotesi in cui la medesima Corte ha esteso l’ambito applicativo della norma in argomento, condannando a livello penale episodi di vessazione posti in essere nell’ambiente lavorativo, fenomeno comunemente conosciuto come “Mobbing”, ad oggi non espressamente previsto come reato dalla nostra normativa.
Tanto esposto in linea generica, si sottolinea come ogni vicenda rappresenti un caso a sé, il cui esito non può essere determinato a prescindere dalla valutazione delle proprie particolarità.
Lo studio offre assistenza qualificata in materia di maltrattamenti in famiglia e Mobbing.
Avv. Tommaso Barausse